Lions VS. Barbarians
Continua #Armstory e questo sarebbe stato il periodo di Lions Barbarians
Il Bel Paese è luogo di campanili, ogni campanile corrisponde ad una cittadina con le sue particolarità e caratteristiche che lo rendono unico; così anche nella provincia di Macerata, nella quale nel tempo e per ragioni legate a vari motivi, questi campanili si sono scontrati anche acerrimamente…Civitanova con Macerata, Recanati con Tolentino…
Queste dinamiche nella ARM si sono tradotte in una piccola ma sublime rivoluzione. Il club di Macerata fin dall’inizio della sua storia, è stato un luogo di accoglienza per giocatori provenienti da ogni parte della provincia, ricalcando lo spirito di Re Romolo che, nella costituzione dell’Urbe, accolse tutti coloro i quali, pur venendo da fuori Roma, avessero voluto sposarne la causa e condividerne il destino.
È presto chiaro perché i colori della ARM non sono il bianco ed il rosso, quelli della città, ma il giallo ed il nero, scelti in segno di ringraziamento per una muta di maglie da gioco, inviate da Viadana gratuitamente, grazie all’intercessione di Andrea Lazzaro (Lombardo), fondatore e giocatore della società ed anche per stabilire che dei campanili di cui sopra non si aveva cura.
Ma le braci di queste distinzioni covano segretamente sotto le ceneri e se si vuole che l’incendio non divampi, allora c’è bisogno di sfogare la cosa…fare in modo che un rito, un folle ed irrefrenabile carnevale, un culto dionisiaco convogli queste profonde e ancestrali pulsioni, proprio per controllarle.
Questo rituale è la “partita delle partite” per il Club, il giorno in cui i maceratesi o diventati tali per comprovati motivi si scontrano con i non maceratesi.
È ARM Lions contro ARM Barbarians; si potrebbe affermare con una certa disinvoltura che il campionato regolare è un allenamento in vista di questo momento che si celebra alla fine di ogni campionato.
I Lions sono i maceratesi, così chiamati in onore della selezione britannica che mette insieme i giocatori migliori del Regno Unito i cui colori ufficiali, guarda caso, sono il bianco ed il rosso; i Barbarians sono tutti i non maceratesi, in onore della omonima selezione dei migliori giocatori di tutto il mondo, riuniti insieme sotto icolori bianco e nero.
Dietro queste due selezioni c’è lo spirito stesso dei due “popoli”, da una parte la ponderatezza aristocratica dei maceratesi, dall’altra l’esuberante ruvidità dei “forestieri”.
I Presidenti ad onorem ed a vita delle due compagini sono Claudio Carlini, pistacoppo fracico ed Angelo Farano, pesciarolo civitanovese purosangue.
Nella “terra di nessuno” i giocatori che, per propria scelta o dei Presidenti, in base a rigidissimi standard, decidono di far parte dell’una o dell’altra schiera.
Per questo scontro quasi ogni anno è stata fatta una muta di maglie speciali, acquistate tramite autotassazione degli stessi giocatori partecipanti; un arbitro esterno che per molte edizioni è stato Giuseppe Biocca, responsabile del comitato regionale arbitri marchigiani; medico ed ambulanza a bordo campo.
Le azioni più spettacolari, le giocate più ardite così come i placcaggi più duri e collisioni da obitorio sono il condimento di questo scontro dove le orde di Tolentino, lo stormo di Recanati e le bande di Camerino, solo per dirne alcuni, assediano Macerata che risponde con solida fermezza all’assalto barbarico.
Tutto questo furore per cosa? Uno sgabello, sì uno sgabelletto in legno, “preso in prestito” alla fine di un terzo tempo da un locale, sul quale sono attaccate le targhe su cui è inciso il nome di chi ha vinto. Sul trofeo, custodito nella Club House, si possono sedere, per tutta la stagione, solo i giocatori vincitori.
Violare questo vincolo sarebbe un sacrilegio.
E commettere sacrilegio è disprezzato dagli Dei.